In Italia il V8 spaventa per i consumi, ma non c’è storia il V8 è sempre il V8.

Finalmente eccola, è lei. Bella, rossa fiammante come una fuoriserie , da non crederci.
 
E’ anche Left Hand Drive, è proprio giusta, introvabile in queste condizioni, direi unica. E’ la primissima serie del 110, costruita nel 1983, ha i sedili De Luxe come la Series e il bloccaggio dei differenziali come lo Stage One, con le leve sotto i sedili anteriori, poi passate nelle nuove versioni sotto la leva del cambio. Se la Stage One è stata l’ultima evoluzione della Series ancora con le balestre, questa è la prima serie del 110 con le molle, la mamma di tutti i Def.
 
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Ora vediamo più in dettaglio questa Land Rover 110 V8.
Telaio numero SALLDHMV2AA195533 costruita a Solihull il 23 Giugno 1983.
Il 110 si presenta in più che buone condizioni, potrebbe essere definito un quasi Brand New (chilometri percorsi 19800). La carrozzeria presenta alcuni piccoli bolli ma nulla di grave. Il colore dovrebbe essere il classico Masai Red della Rover, dico dovrebbe essere, perché preparando la vernice, per dei ritocchi, inevitabili dopo più di 30 anni,  con il codice Rover, questa è apparsa leggermente di una tonalità più scura, visibile più che altro ad un occhio esperto.
Il telaio naturalmente è più che ottimo, mai toccato ne riparato e non presenta alcuna presenza di ruggine, all’infuori della classica piccola fioritura nella parte esterna del cross member,  subito ripulita e ritoccata. Molle e ammortizzatori ancora in ottimo stato e non presentano alcun cedimento. Gli interni sono sani e puliti. La Land Rover è in allestimento SW, 9 posti, 2 anteriori con cubby box, è il portaoggetti posizionato tra i due sedili anteriori, panca 3 posti posteriore in unico pezzo e le classiche panchette nel vano cassone. I sedili come già detto sono quelli dell’ultime Series, bassi senza poggiatesta. Il posto guida pur avendo la stessa impostazione del Series è notevolmente più comodo ma pur sempre obbliga ad una guida erretta, con poca escursione del sedile, ma sufficientemente ampio anche a persone di una certa stazza. La plancia è quella del classico 110, ampia e spoglia, pratica per riporre qualsiasi oggetto. Il quadro strumenti ricorda quello classico della Defender e appare anni luce avanti a quello della Series, e pensare che la Series quando usci il 110 era ancora in produzione. Il cruscotto racchiude la strumentazione riunita in quattro strumenti circolari neri con cifre bianche; lo strumento più grande, include il tachimetro ed il contachilometri; gli altri tre più piccoli , l’indicatore del livello del carburante, l’indicatore della temperatura dell’acqua e l’indicatore dello stato della batteria, nonchè la classica batteria di spie. Nel porta strumenti posto nel vano centrale della parte bassa della plancia è presente l’orologio, che lascia scandire i secondi con un avvertibile ticchettio.
 
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Sotto il cruscotto, nella parte sinistra vi sono i tasti per le quattro frecce e l’interuttore per l’accensione della luce quadro o per la luce dell’abitacolo. Nel complesso la strumentazione di questa prima molleggiata è simile se non uguale in alcuni casi al penultimo Defender, prima dell’era Ford.
La climatizzazione è affidata ad una ventola ma poco può fare per il calore che sprigiona il V8 e entra nell’abitacolo senza paura di far cuocere a fuoco lento i passeggeri. Dopo 10 minuti di andatura la zona del pavimento incomincia a scaldarsi come una graticola e poco possono fare le griglie anteriori che seppur tutte aperte riescono a malapena ad alleviare gli occupanti. Sicuramente più adatta ai climi freddi del nord che alle torride giornate estive italiane questa Land Rover.
La finitura nel complesso è curata, tenendo presente che è una Land Rover e non una Range, tutta la cabina è ricoperta e non vi sono zone con la carrozzeria a vista. I rivestimenti delle porte (ormai introvabili) sono in buona stato, con qualche minima spellatura nella parte bassa. Questo primo modello di 110 ancora ha le porte divise in due parti con la cornice zincata, come le Series, centrale. La cornice dei finestrini è perfetta, in alluminio, a differenza delle Series che è in acciaio ed è per questo che dopo qualche tempo si incomincia a gonfiare a causa della ruggine sottostante. Anche le guarnizioni sono perfette e non denunciano l’età della Land Rover. Bellissimo il funzionamento dei finestrini, semplice e pratico con la possibilità della doppia apertura scorrevole anteriore o posteriore e con la manopola che ha la funzione di blocco.
 
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G15, è questo il tipo di motore originale che monta questa Land Rover, 8 cilindri a V, cilindrata 3528, potenza Kw 93. Cambio (LT95) 4 marce più retromarcia. E’ il primo tipo montato sul 110 poi si passò al cambio a 5 marce. In realtà esisteva anche la possibilità di montare sul cambio a 4 marce un overdrive che era poi offerto come optional sulla Range Rover. Evidentemente sul 110, che veniva considerata una macchina più spartana e più rude la Rover non prevedeva questo optional.
Al contrario era offerto il servosterzo, come optional sulle prime 110, poi passato di serie e fortunatamente questa ne è dotata.
La guida a differenza della Series risulta più facile e allegra, utilizzatissima anche ai giorni nostri, grazie al servosterzo, forse fin troppo leggero. La guida risulta brillante e agile, tenendo sempre presente la mole del 110. Il cambio è ottimo e grazie alla faraonica coppia che esprime il V8 la guida è dolce e il motore riprende dal basso che è un piacere.
 
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La frenata è sicura e perfettamente bilanciata, pur se questa prima versione è dotata dell’impianto frenante misto, dischi anteriori e tamburi posteriori. Il confort grazie alle molle è superlativo se paragonato alla Series ed anche il beccheggio in curva è limitato. Nel complesso questo Land Rover dimostra su strada un’agilità sorprendente per la mole della vettura e per il tipo di trazione, non dimentichiamoci che è una 4X4 permanente sempre in presa.
In linea di massima direi che è la versione definitiva dello Stage One, qui ritroviamo lo stesso motore e cambio montato sullo Stage One e gli stessi organi di trasmissione, con la differenza che il tutto è montato su un nuovo telaio completamente ridisegnato e nuove sospensioni a molle elicoidali a lunga escursione.
In fuoristrada poi, la notevole coppia permette di superare ogni pendenza, l’unica limitazione sono gli ingombri non proprio minimi del 110, ma la potenza del V8 è inarrestabile.
Se lo Stage One è stato l’ultimo Series, questa è la prima Defender … ops scusate One Ten, Defender dal 1990. Dal 1983 a al 1990 i modelli erano chiamati One Ten il 110 e  Ninety il 90.
Un emozione unica e sorprendente guidare un 110 V8, con l’avvetenza di tirarlo fuori dal garage quando la temperatura esterna non supera i 20 gradi e tenere in tasca sempre 50 euro di scorta, pronti per offrire agli assetati carburatori Solex qualche goccio di benzina per tornare a casa.
 
 
 
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